giovedì 25 ottobre 2012

L’evoluzione dell’antropologia



La disciplina dell’antropologia definì progressivamente come proprio campo di indagine l’umanità concepita come un tutto, attraverso sia i metodi delle scienze naturali, sia metodi propri quali le “interviste strutturate” o l’ “osservazione partecipata”. Un lungo tragitto storico porta quindi allo studio di quello che dapprima venne definito “primitivo” e che poi divenne semplicemente “l’altro”. In seguito l’antropologia è diventata anche scienza “del ritorno”, applicando riflessioni e metodologie utilizzate per lo studio delle società tradizionali all’analisi di specifici aspetti e dinamiche della società moderna. Le più importanti tradizioni di studio sono quelle degli Stati Uniti (Franz Boas, Alfred Kroeber, Robert Lowie, Edward Sapir, Margaret Mead, Ruth Benedict, Ralph Linton, particolarmente rivolta alle culture degli amerindi e spesso impegnata politicamente), della Gran Bretagna (Alfred Reginald Radcliffe-Brown, Bronislaw Malinowski, Edward Evan Evans-Pritchard, Meyer Fortes, focalizzata sull’analisi del funzionamento sociale) e della Francia, che nasce dalla sociologia di Emile Durkheim con Marcel Mauss, che si interessò dell’analisi di società non ancora differenziate come quella europea. Qui l’istituzionalizzazione della disciplina avvenne pienamente solo con Claude Levi-Strauss, che esercitò un’enorme influenza con il suo strutturalismo, anche al di fuori del campo antropologico. Per approfondimenti: VAI AL SITO.

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