venerdì 30 novembre 2012

Nel mondo c’è bisogno di leadership



Ecco una mia intervista in cui spiego uno dei miei concetti chiave, ‘risvegliare giganti’. Questo significa che oggi nel mondo c’è un enorme bisogno di leadership e tutti i Paesi, particolarmente l'Italia, hanno bisogno di aziende, Istituzioni e persone che siano giganti e leader. GUARDA L’INTERVISTA.

lunedì 26 novembre 2012

Da un Premio vinto...



Per essere al vertice di un'azienda e rimanerci, bisogna sviluppare diverse abilità.Una di queste è saper parlare in pubblico con disinvoltura. A questo proposito posso definirmi uno speaker professionista. Ho partecipato come relatore a centinaia di incontri, con poche decine di spettatori o parecchie migliaia. Per un professionista, salire sul palco e parlare è come per un pilota di F1 fare un giro di prova. Eppure sul palco a ritirare il primo premio ‘Unconventional Event BEA - Best Event Awards of Italy’, l'emozione mi ha sopraffatto e ho dovuto tagliare corto il mio discorso perché sentivo che le lacrime erano in arrivo e premevano per sostituire le parole. Emozionarsi, rompere la routine ipnotica: forse è proprio questa l'essenza degli eventi e, francamente, è difficile emozionare gli altri se noi stessi non ci mettiamo in gioco con le nostre emozioni. Di tutti i premi che ho avuto la fortuna di conquistare nella mia carriera questo è il più bello. Da pochi mesi ho avviato la mia attività imprenditoriale dopo 30 anni nel Gruppo Mediolanum; praticamente dalla fondazione… Ho deciso di lasciare la mia "Confort zone" e un' offerta veramente generosa per rimanere, perché pensavo che tutto quello che avevo imparato e scoperto (non finirò mai di ringraziare chi mi ha dato questa possibilità) poteva essere messo a fattor comune per questo Paese. E, non da ultimo, volevo che le straordinarie attività che avevo potuto promuovere non diventassero per me e per l'azienda routine.

Ecco, tutti noi ci lamentiamo di mille cose che non vanno ma mettersi veramente in gioco è un'altra cosa. Fa parte del rinunciare, almeno nell'immediato, a 2 cose a cui tutti anelano: il denaro ed il potere. Intendiamoci, senza il denaro e senza il potere, nella vita non si combina nulla. Ma se il denaro ed il potere diventano irrinunciabili e sopratutto diventano la misura di tutto, ecco che la coscienza si corrompe, la creatività soffre ed il coraggio languisce. Sono convinto che in questo Paese ci siano uomini e aziende che sono giganti. Giganti addormentati che bisogna destare. La paura,il proliferare di mille media che ci inseguono in ogni istante della nostra vita e che rimbalzano i segnali, le cifre della paura stessa, stanno paralizzando un Paese che, a ben leggere i numeri, è nella realtà molto più florido di quello che vogliono farci credere.
Ho sempre trattato le strategie comunicative sotto diverse angolature e non trascurando nessun media.
Oggi però sono partigiano e, visto che solo forti emozioni possono risvegliare i Giganti, sono convinto che gli eventi possano in questo momento giocare un ruolo importantissimo nella ripresa del Paese. Anche per la loro contaminazione naturale con il mondo social che ne anticipa e ne prolunga la vita. Oggi gli eventi non possono essere che "Unconventional" per la loro capacità di destarci dal torpore della paura e per la loro capacità di vivere con disinvoltura nella rete, con naturalezza senza forzature. Anche il rapporto con il cliente, con l'azienda è "Unconventional". Se chi deve comunicare non è innamorato dell'azienda, dei suoi prodotti dei suoi valori, beh, finirà per fare una "marchetta" che nelle dinamiche di oggi significa fare un po' di fatturato per la propria organizzazione e scarsi risultati per l'azienda.

Ho vinto, con Filmare GroUP l’‘Unconventional Event BEA - Best Event Awards of Italy’ con Gessi Underground Experience. Come si fa a non essere innamorati dell' azienda Gessi? Valori forti, prodotti straordinari, attenzione maniacale all'ambiente. Continua sperimentazione e voglia di crescere. Senza il loro Dna così adatto ad affrontare tempi ardui come questi, tutto il mio lavoro sarebbe inutile. Poi c'è il team. In tutte le attività il team è importantissimo ,le aziende sono fatte di uomini, ma negli eventi dove vige la dittatura della diretta, dove non c'è una seconda possibilità, l'affiatamento, il capirsi con uno sguardo, il conoscere in anticipo cosa si può chiedere o cosa si può ricevere è importantissimo. E' stato bellissimo, ricominciando da capo, ritrovare i vecchi compagni di tante battaglie e ritrovarsi ancora insieme, con pochi soldi, tanti sogni e sopratutto un patrimonio di conoscenze e di amicizia che non ha eguali.
Certo non è facile. Iniziando questa nuova impresa, a fronte di un successo insperato per i tanti marchi importanti che si sono rivolti a noi, abbiamo trovato mille difficoltà, perché veramente nessuno aiuta in questo Paese chi ha voglia di fare. Tutto è terribilmente complicato e spesso ci sentiamo indifesi rispetto alle mille prepotenze vecchie e nuove che imperversano in questo Paese Far West. Poi arriva il premio Bea e noi piccolini svettiamo insieme al nostro cliente in mezzo ai giganti. Dunque c'è speranza per gli uomini e le aziende di buona volontà… Svegliamoci Giganti!".

mercoledì 14 novembre 2012

L’antropologia nel dopoguerra e in Italia




Negli anni 1950 e 1960, l’antropologia si rivolge verso una sempre maggiore integrazione con le scienze naturali. I maggiori campi di interesse furono i processi di modernizzazione per lo sviluppo degli stati indipendenti (Lloyd Fallers e Clifford Geertz), lo sviluppo delle società e la loro occupazione della propria nicchia ecologica (Julian Steward e Lesile White) e studi di economia influenzati da Karl Polanyi (Marshall Sahlins e Greg Dalton). In Gran Bretagna nacquero scuole influenzate dal marxismo o dallo strutturalismo. Uno dei nomi più importanti nell'antropologia italiana è sicuramente quello di Ernesto de Martino, con i lavori sul tarantismo e sul lutto, con approccio derivato da quello gramsciano. Un esempio tutto italiano di approccio etnografico utilizzato per studiare fenomeni culturali della società contemporanea, è lo studio del tifo calcistico attraverso lo schema del ‘gioco profondo’, ideato da Clifford Geertz per analizzare la tradizione culturale del ‘combattimento dei galli’ nelle popolazioni balinesi. APPROFONDISCI.

lunedì 5 novembre 2012

I Miti contemporanei: simili a pop up di un immaginario a tempo determinato...



E’ uscito da un paio di mesi, edito da Bompiani, un libro interessante: “Miti d’oggi” di Marino Niola, antropologo della contemporaneità e Professore all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ecco come sul suo sito recensisce il libro: “iPad, You Tube, Twitter,  low cost, Facebook, Wi-fi, outlet, happy hour, giovinezza, velocità, bellezza, magrezza. Sono i miti d’oggi, i simboli che danno corpo a sogni e incubi, passioni e ossessioni del presente. Ologrammi della mutazione antropologica di cui siamo attori e spettatori, questi oggetti-concetti hanno gli stessi caratteri del nostro tempo. Velocità, leggerezza, virtualità, interinalità. A differenza dei miti antichi che erano delle grandi narrazioni, fatte per durare, quelli contemporanei sono dei pop up dell’immaginario, delle mitologie a tempo determinato. Sono dei mitoidi. Stelle provvisorie che si staccano dalla nebulosa incandescente di una realtà che cambia alla velocità della luce. Appaiono e scompaiono come asteroidi del senso che infiammano l’etere contemporaneo prima di diventare lune morte della ragione”.