giovedì 29 settembre 2011

La geografia del pensiero

The Geography of Thought, con l’atroce traduzione in ‘Il Tao e Aristotele’, è uno dei testi fondamentali di chi si interessa di etnologia e dello sviluppo del pensiero. Il libro di Richard Nisbett, uno dei più importanti e stimati psicologi cognitivi e sociali statunitensi, parla di logocentrismo occidentale, ovvero della tendenza tutta nostrana di universalizzare il modo di pensare che mediamente ci caratterizza, che presumiamo generale e valido in ogni cantone del mondo e che invece, a detta dell’autore, non è per nulla globale né globalizzabile: gli stili di pensiero, in altre parti del mondo – e Nisbett raffronta ricerche qualitative su americani e cinesi-coreani-giapponesi, anche trapiantati in Occidente (accomunati non a caso) - sono a tal punto diversi da quello occidentale che si potrebbe addirittura concludere che il mondo che noi europei e nordamericani vediamo sia completamente diverso da quello che vedono in altri punti del globo. I processi mentali degli orientali, per esempio, sembrano essere più coerenti e adatti ad un mondo sempre più complesso e interconnesso dove, accanto alle “azioni”, assumono sempre maggiore rilevanza le “retroazioni” sistemiche. Dieci anni fa la Cina non rientrava tra i Paesi a maggiore industrializzazione, oggi l’economia cinese è dietro solo all’economia americana. E ancora per poco.

lunedì 19 settembre 2011

L'antropologia dell'uomo nell'era digitale


Il progetto “Scimmia Nuda e Internet” nasce per porsi qualche riflessione sull'antropologia dell'uomo nell'era digitale; vuole diventare un progetto organico che non si esaurisce in un evento ma che inizia e prosegue il suo percorso in luoghi sia virtuali che fisici. Il creatore è Giorgio Fontana, esperto di social media. Il progetto trae spunto da uno studio del 1967 di Desmond Morris, un antropologo inglese, in cui viene messo a nudo l'animale-uomo riconducendolo/riducendolo ad un primate evoluto. Anche oggi l'uomo rimane una ‘scimmia nuda’ malgrado il 'Pensiero Alto' e la tecnologia stiano modificando la sua atavica antropologia: la comunicazione dell'uomo è ancora adesso un insieme di segni e codici primitivi anche se supportati dall'innovazione.

giovedì 15 settembre 2011

Il Maestro e Professor Icilio Vecchiotti, relatore della mia tesi

Vorrei ricordare il relatore della mia tesi di laurea, Icilio Vecchiotti, mancato nel 2000 a 70 anni. Nato a Roma, si è dedicato fin da giovanissimo alle discipline filosofiche e linguistiche e in particolare da un lato allo studio delle lingue occidentali ed orientali (il suo orizzonte filologico spaziava per più di quaranta idiomi diversi) e dall'altro alla storia della filosofia occidentale ed orientale. Insegnante di sanscrito, pali e tibetano, è stato docente di Storia della filosofia e di religioni e filosofie dell'India e dell'Estremo Oriente all'Università di Urbino, dove ho avuto occasione di conoscerlo e libero docente di Storia della filosofia all'Università di Roma. Ha tradotto in italiano il testo sanscrito della Bhagavad Gita (Inno, Lode, Canto del Guru, il più vasto incluso tra i 18 Skanda Purana), ancora in commercio e ha commentato le opere del filosofo e uomo politico indiano Sarvepalli Radhakrishnan, di cui ha scritto anche la Premessa e le note filosofiche. Suoi i tre volumi della “Storia del Buddhismo Indiano”, disponibili sul mercato. g. mascitelli