giovedì 18 febbraio 2010

Africa primigenia

Bisogna riconsiderare l’Africa “primigenia” e “primitiva”, arcaica e invincibile – spiega Soyinka – l’Africa che ha conservato un misterioso legame con le forze della terra, dove risiedono gli antenati e i bambini che devono nascere. E’ l’Africa degli antichi miti, del teatro rituale, che i colonizzatori europei e i conquistatori islamici hanno sempre considerato manifestazioni infantili di un’umanità che si intrattiene con feticci di paglia e argilla, e che i veri mullah e i missionari hanno cercato di sopprimere. Ma l’Africa è un continente che è lontano mille miglia, anche quando scorre il sangue, dalle tentazioni nichilistiche dell’Occidente. Tutte le volte che ha voluto ritrovare il senso della propria umanità, l’Occidente da Picasso a Modigliani e Stravinskij, ha fatto ricorso all’esuberanza dell’arte Africana.

mercoledì 17 febbraio 2010

La natura dell'apparire e il rapporto con la luce



Qualche spunto in occasione del libro "La consistenza della luce" di Alessandro Carrera. La luce è stata l'ossessione dell'Occidente, e la sua speranza di salvezza. Sulla grande scena della conoscenza, è stata la partita religiosa, filosofica, estetica sempre aperta e mai davvero conclusa. Nel suo nome abbiamo scacciato il buio, temuto la notte, maledetto le tenebre. Insomma, la materia esiste se non fosse illuminata? E, ancora, siamo in una civiltà del guardare e se invece avessimo vissuto in una civiltà del tatto, dell'udito, dell'odorato?

giovedì 11 febbraio 2010

L’isola di “Lost”: il Non luogo per eccellenza

È cominciata il 10 febbraio la sesta ed ultima stagione di Lost, uno telefilm che oltre ad incollare i telespettatori allo schermo grazie agli intricati enigmi di cui è pieno, è incentrato sul concetto del non luogo, coniato dall'Antropologo Marc Augé che gli ha raccontati nella sua 'etnologia della solitudine'. I non luoghi sono quegli spazi dell'anonimato frequentati ogni giorno da tanti individui simili ma soli. Le grandi città, con le infrastrutture per il trasporto veloce, rappresentano più di ogni altro 'nonluogo', l'essenza di questa visione antropologica del quotidiano.