Paul Wilmott è il “geek fuori dal coro” e il più brillante
dei Quant (analisti quantitativi che popolano i dipartimenti di matematica
applicata, consigliano le istituzioni finanziarie e presiedono i fondi
d’investimento). Ha un sito, http://www.wilmott.com/,
diventato una vivace community e pubblica “The Wilmott Magazine”, un almanacco
costosissimo di satira e finanza, oltre ad aver pubblicato una serie di volumi
che ironizzano sul mondo della finanza. Caustiche e severe sono le sue critiche
ai Quant perché secondo lui poco è cambiato dalla crisi dei subprime: “i Quant
hanno scarsa immaginazione. Conoscono bene una piccola porzione di matematica
ma non hanno una preparazione completa e non hanno contatto con la realtà. Ci
sono talmente tanti soldi in questo business che ai Quant non conviene
arrischiarsi con idee proprie”. E’ per questo che Wilmott ha deciso di tenere a
Londra un corso avanzato che smantella le formule per mostrarne le debolezze;
“il nodo del problema va cercato nell’ambizione di certe politiche di laureare
metà della popolazione. Questo squalifica la formazione…”. Sferzante anche
riguardo al rapporto tra sistema scientifico, economia e politica: “il sistema
scientifico, per spirito di autoconservazione, è eccessivamente compiacente nei
confronti di risultati altisonanti, a discapito di una sana (auto)critica… Gli
economisti non hanno esperienza del mondo reale e non avremmo bisogno di loro
se solo ci fossero più businessmen in politica”. (da Il Sole 24 Ore, 2
settembre 2012).
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