venerdì 5 ottobre 2012
Antropologia, sociologia e il mio primo film
Dopo la laurea, ho acquistato con un mio amico una cinepresa professionale per fare il mio primo film, con cui ho partecipato ad un concorso. La sceneggiatura del film rispecchiava i miei studi, appena conclusi, di sociologia e antropologia; protagonista era un uomo d’affari che veniva rapito in strada e portato all’interno di una casa per fargli perdere l’orientamento. Nel film, l’uomo si accorge che di notte gli viene somministrato del sonnifero e per questo decide di fuggire: aggredisce il rapitore che era arrivato a ritirare il piatto, ma nella colluttazione si strappa i vestiti. Corre in strada nudo; durante la fuga succedono cose banali, ma alla fine arriva in città, che rivede dopo mesi. Appena scorge una cabina telefonica ci si fionda per telefonare ma si accorge di essere nudo. I passanti lo vedono, iniziano ad insultarlo e lui comincia a spaventarsi… Si sposta dalla via principale nei vicoli e qui trova un gatto, si rende conto che sta miagolando perché vede la bocca che si muove, ma non sente… Si tocca le orecchie e realizza di avere dei tappi; se li toglie e,dopo mesi, tutti i rumori del mondo circostante lo assalgono facendolo impazzire. Si reca poi in un parco, preleva un coltello in un capanno e ammazza un animale, lo scuoia e si prepara un indumento per coprirsi. A questo punto torna in strada per chiedere aiuto; non essendo però più abituato alla vita normale, attraversa con il semaforo rosso e viene investito e ucciso. Di colpo si risveglia e capisce che era solo un sogno… Si alza, fa colazione con la famiglia, prende la valigetta ed esce. g. mascitelli
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