mercoledì 24 ottobre 2012

Il grafico della Borsa dal 1920 è fortemente in salita....





Oggi viviamo nella paura perché le emozioni influenzano la realtà ma se si guarda ai dati reali dell’andamento particolarmente delle azioni (meno per il mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato) dell'ultimo secolo in Borsa, i risultati appaiono positivi. Nell'era moderna, infatti, l'economia reale è sempre progredita, come dimostra l'evoluzione del PIL mondiale. Ecco alcuni dati che dimostrano quanto il mercato azionario sia stato un investimento conveniente: negli ultimi 115 anni le azioni in Usa hanno reso in media all'anno l'8,6%; nel 2001 è stato calcolato che  un dollaro investito nel 1802 in azioni americane avrebbe fruttato ben 7,7 milioni di dollari alla fine del 1997 (presumendo di reinvestire dividendi ed ogni altro tipo di guadagno prodotto nel frattempo dall'azione). Questi dati valgono anche per l’Italia: tra il 1900 ed il 2000 il guadagno reale annualizzato delle azioni è stato del 2,7%. I titoli azionari, però, fruttano se considerati un investimento a lungo termine: attraverso un’analisi che fa riferimento agli Stati Uniti e parte dal 1926, si rileva che 1 dollaro investito all'inizio del periodo (nell'indice Standard & Poor's) valeva 500 e 1.775 dollari alla fine del 2002. Questi rapporti di forza non cambiano se si inserisce anche la variabile inflazione: in questo caso il rendimento medio annuo delle azioni è stato (sempre negli ultimi 80 anni) pari al 7,2%. Anche nel caso dell'Italia le cifre parlano chiaro: se si paragonano i ritorni reali (cioè quelli al netto dell'inflazione) dal 1900 al 2003 le azioni figurano come il migliore investimento, offrendo un rendimento reale annuo del +2,2%. Anche nei periodi più difficili le eventuali fasi di calo sono state brevi e rarissime e, fattore in più da considerare, questi stessi periodi sono sempre stati seguiti da nuove fasi di robusto sviluppo. I periodi di contrazione dei listini devono quindi essere concepiti dai risparmiatori come una molla che si carica, per poi scattare ed estendersi in tutta la sua lunghezza; maggiore sarà la compressione, più evidente e significativo l'effetto conseguente di rilascio. (fonte: mercati.borsa-finanza.com)

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