giovedì 24 dicembre 2009

Laura Potter e “la perdita della capacità di attendere”

Mi piace riproporre questa citazione della giovane Laura Potter riguardante “la perdita della capacità di attendere”. L'attesa e la capacità di ricrearla e gestirla è certamente un elemento importante nella costruzione di un qualsiasi evento di respiro, profondo, emozionante e coinvolgente. L'appiattimento su una sola dimensione di qualsiasi nostra azione, togliendo il concetto di 'tempo' unitamente alla sua la variabile 'attesa', rende le nostre azioni non efficaci quindi poco memorizzabili. Eccola, comunque, la citazione che mi dato l'occasione di fare questa riflessione: "Viviamo in un’epoca in cui 'attendere' è diventata una parola oscena. Abbiamo gradualmente sradicato, per quanto possibile, la necessità dell’attesa; la parola che preferiamo è ormai l’aggettivo ‘istantaneo’[…] Viviamo una vita costantemente a corto di tempo…".

Giuseppe Mascitelli

martedì 15 dicembre 2009

Alboran: l'asso nella manica ancora sulla comunicazione sensoriale

“Nella preparazione di un evento, non basta curare la scenografia, le luci, la regia. Bisogna fare attenzione anche a tutti gli aspetti sensoriali dello spettatore e fare in modo di colpirli. È la nostra filosofia: non lasciare niente al caso e offrire esperienze coinvolgenti e indimenticabili”.


Giuseppe Mascitelli, da Espansione dicembre 2009

Imparare a convivere con i talenti per facilitare l'innovazione

L’invidia per il talento altrui, come ostacolo per sé stessi, per gli altri e per l’innovazione è il tema de “Il soccombente” del drammaturgo Thomas Bernard. Perché se dallo stesso punto di partenza uno dei due arriva più in alto diventa un problema? È la difficoltà a confrontarsi la vera paura che non ci permette di procedere per la nostra strada, senza rancori nei confronti di chi, per talento o per impegno, è riuscito a raggiungere prima e meglio i propri obiettivi?Non tutti reggono nel trovare le risposte e per molti non c’è scampo a queste domande. La maggior parte degli essere umani non resiste al confronto.Tutto ciò porta a convincerci che non è la mancanza di talenti a rallentare l’innovazione, ma la difficoltà a convivere con essi.

Argomento trattato su Nova Review-IlSole24ore

lunedì 14 dicembre 2009

Creatività ed Innovazione: alcuni esempi pratici a "Conversazioni Interattive"

A volte la maniera migliore per esemplificare il proprio modo di pensare è quello di considerare gli esempi che ci da la vita quotidiana. L'innovazione ad esempio, si può trovare in tutto, anche in una dieta, che porta inevitabilmente delle novità nelle proprie abitudini alimentari.
Guardiamo la video intervista.

venerdì 11 dicembre 2009

Hong Kong:17 piani di globalizzazione

da Ventiquattro - Novembre 2009
Se pensate che la globalizzazione sia un infilata di McDonald’s e di negozi Gucci, Chanel e Body Shop ricredetevi: secondo Gordon Matthews, docente di antropologia alla Chinese University di Hong Kong, il luogo “più globalizzato della terra” è un vasto edificio di 17 piani di Hong Kong costruito quasi settant’anni fa. Un po’ malfamato, caotico, attivo giorno e notte, vi si possono incontrare persone provenienti da oltre 120 paesi diversi. Si chiama Chungking Mansions e si trova al 36-44 di Nathan Road, una delle arterie del distretto di Kowloon.

venerdì 27 novembre 2009

Realtà Manipolate: The Great Gig in the Eyes

Il 'Vedere' è estraneo ad influenze di carattere culturale? Di certo c'è una forte componente fisiologica e neurologica ma l'antropologia visuale ci offre alcune ipotesi su cui riflettere: la 'decodifica' delle immagini non è immune da condizionamenti di carattere socio-culturale.
Prendiamo tutto questo e versiamolo in un contenitore, scuotendolo un po' ed assaggiamone il risultato: il 'mondo reale' è una nostra proiezione oppure no? Un'esposizione di 23 fotografi ha lo scopo di giocare con le possibilità che il medium e le aspettative dell'osservatore hanno per creare visioni inedite del mondo. "Realtà Manipolate - Come le immagini ridefiniscono il mondo" è l'esposizione ospitata da Palazzo Strozzi fino al 17 gennaio 2010.
In realtà non sappiamo niente della realtà.

Vai al sito dell'esposizione

giovedì 5 novembre 2009

"Più che dare risposte sensate, servono domande sensate"

Va via Claude Lévi-Strauss, padre dell'antropologia e forte sostenitore del relativismo culturale. Si potrebbero elencare i suoi innumerevoli studi e le sue pubblicazioni, divenute famose in tutto il mondo; ma questo contributo non sarà così. 100 anni spesi a valorizzare il suo rifiuto verso un 'giudizio definitivo' e finale sulla cultura e sui valori dei popoli sono molto di più di una miriade di teorie messe insieme. La sua dichiarazione di fede è stata: 'Niente è'. Cosa vuol significare, essere lucidi o ritirarsi dal mondo? Chapeau.

martedì 3 novembre 2009

Crisi e diluvio dall'oblò dell'arca di Noè

di Giuseppe Mascitelli

Cosa ci insegnano gli studi riguardanti la sociologia della crisi? Le caratteristiche principali dei momenti di crisi sono legate ai concetti di emergenza e di "non normalità". Un ambiente fino ad ora prevedibile non è più tale e quindi comporta una selezione rigida degli individui (e dei valori) che ne fanno parte. Questo vale anche per le variabili economico-culturali che, mai come in questo periodo, hanno subito violenti scossoni. La biblica metafora del "dopo il diluvio" sembra restituirci questo concetto in un'ottica moderatamente positiva...
Guarda la video intervista.

mercoledì 21 ottobre 2009

Il cigno nero. Come l'improbabile governa la nostra vita

di Giuseppe Mascitelli

"Il Cigno Nero" è un libro scritto da Nassim Nicholas Taleb, autore arabo che mi ha colpito molto sopratutto per la sua formazione e per le competenze professionali acquisite negli anni. Infatti è stato un operatore di borsa ma è anche filosofo. Di seguito vi riporto un abstract del suo libro. Più avanti ritornerò a parlare di lui...

Cosa pensarono gli europei quando, giunti in Australia, videro dei cigni neri dopo aver creduto per secoli, supportati dall'evidenza, che tutti i cigni fossero bianchi? Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un'esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta. I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, come l'invenzione della ruota, l'11 settembre, il crollo di Wall Street e il successo di Google. Sono all'origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti. Se il rischio di un attentato con voli di linea fosse stato concepibile il 10 settembre, le torri gemelle sarebbero ancora al loro posto. Se i modelli matematici fossero applicabili agli investimenti, non assisteremmo alle crisi degli hedge funds. Questo libro è dedicato ai cigni neri: cosa sono, come affrontarli, in che modo trame beneficio.

giovedì 8 ottobre 2009

La 'mediologia' agli albori del concetto di tecnocreatività

di Giuseppe Mascitelli


"La mediologia è lo studio delle interazioni tra tecnica e cultura o per dirla in chiave antropologica, lo studio delle conseguenze simboliche delle rotture tecnologiche". Così è stata definita nel 1979 da Debray, filosofo e antropologo francese, la Mediologia. Essa non è una sociologia dei media; ma rappresenta un modo di guardare la cultura dal basso e di mettere in relazione due domini di realtà generalmente sconnessi quali, da una parte, il campo delle "idéalités" o delle produzioni culturali e, dall'altra, il campo delle produzioni tecniche. Ci troviamo di fronte ad una lettura antropologica del concetto di tecnocreatività.

lunedì 5 ottobre 2009

Economia, cultura ed il principio di reciprocità: Va di scena 'Colazione a (Palazzo) Mezzanotte'

Karl Polanyi, uno dei padri fondatori dell'antropologia economia, è stato il primo a parlare del principio di reciprocità tra economia e cultura, arte e finanza. Partendo da questo presupposto la Prima Colazione a Palazzo Mezzanotte, che si terrà giovedì 8 ottobre 2009, cercherà di indagare su una nuova possibile sintesi tra due universi apparentemente così distanti. Ad una prima parte conviviale, seguirà la conferenza trasmessa su www.mediolanumchannel.tv dalle ore 9.30. Un 'meltin pot' di arte, musica, editoria - infatti - tra i diversi interventi previsti - Arnoldo Mosca Mondadori presenterà un'innovativa iniziativa editoriale - con la contaminazione tra il mondo della cultura e quello finanziario.

venerdì 11 settembre 2009

E' nel dialogo tra ordine e disordine che sta l'anima del mondo

Edgar Morin, umanista e studioso eclettico, in una recente intervista ha chiarito cosa disturba gli uomini: "Le idee semplificatrici. I pensieri chiari e distinti, che rifuggono l'oscurità, l'incertezza e la complessità". Il pensiero sano è tale solo quando accetta la propria follia. "Nella nostra specie, particolarmente iper-psichica, iper-emotiva, il dialogo tra la misura e l'eccesso, tra la parte sapiens e quella demens, è indissolubilmente legato". La follia è necessaria per re-inventare il mondo partendo dall'uomo.

Giuseppe Mascitelli: La tecnologia al servizio delle emozioni

I processi decisionali, le scelte che facciamo, si nutrono delle emozioni...

Giuseppe Mascitelli

Geolocalizzazione: la violazione dei 'nonluoghi'

L'Antropologo Marc Augé ha raccontato, con la sua 'etnologia della solitudine', i 'nonluoghi', cioè quegli spazi dell'anonimato frequentati ogni giorno da tantissimi individui simili ma soli. Le grandi città, con le infrastrutture per il trasporto veloce, rappresentano più di ogni altro 'nonluogo', l'essenza di questa visione antropologica del quotidiano. Oggi, con gli strumenti che permettono la geolocalizzazione, anche questo concetto di 'nonluogo' può avere una lettura diversa...

Giuseppe Mascitelli

martedì 1 settembre 2009

Giuseppe Mascitelli: Tecnologia + cultura: le opportunità inedite

L'approccio multidisciplinare nei saperi sociali ha determinato spesso risultati innovativi ed inaspettati. L'antropologia, per esempio, si è servita della sociologia, della storia e della psicologia per studiare contesti sociali; lo stesso vale per l'economia, che senza una lettura storica e sociale resta nella sfera della teoria. Anche le innovazioni tecnologiche si possono concretizzare grazie all'interdisciplinarietà: le competenze sono il risultato di 'conoscenze' e 'capacità' messe insieme.

Giuseppe Mascitelli


Anthropology of mobile sharing

L'era della condivisione, nella sua accezione 'internettiana', appare giovane e dinamica; ma il 'valore' dello scambio, ad esso sotteso, è vecchio quanto il mondo. L'antropologia culturale insegna che simboli, valori e idee condivise possono appartenere a specifiche comunità, anzi diventano i legami per tenerla coesa. L'interazione 2.0 applica questo concetto: Mobango.com (Buongiorno.it è un'altra grande realtà italiana) è una delle prime community per mobile nate in internet e conta quasi 5 milioni di utenti iscritti. Il progresso tecnologico rende 'wearable' tanti strumenti; grazie a portali come Mobango e Buongiorno anche il concetto di condivisione si appresta a diventare 'indossabile'.

martedì 18 agosto 2009

Giuseppe Mascitelli: Furore=esserci, simbolo=mito, valore=condivisione


L'antropologo Ernesto De Martino è stato innovativo anche nelle sue ricerche grazie ad un approccio multidisciplinare che lo portò a costituire un'equipe diversificata per i suoi studi. Ad esempio per l'opera 'La terra del rimorso' le ricerche sul campo (il Salento) furono condotte da un medico, uno psichiatra, una psicologa, uno storico delle religioni, un'antropologa culturale, un etnomusicologo e, infine, un documentarista cinematografico. La contaminazione, quindi, non è solo tra le culture ma va ricercata anche attraverso gli strumenti utilizzati per le ricerche sul campo. Una delle ultime opere demartiniane, 'Furore simbolo valore', raccoglie una serie di saggi che sembrano disegnare un universo culturale disomogeneo. In realtà è soltanto la complessità del pensiero umano che necessita di letture multidisciplinari per essere pienamente compreso. Gli universi culturali sono troppo ricchi e liberi per sopportare il peso di giudizi e classificazioni unilaterali.

Unire in un modo nuovo elementi tra loro lontani

Interessante affondo sul pensiero creativo ad opera di Jules Henri Poincarè (fu la prima persona a scoprire un sistema caotico deterministico, ponendo in tal modo le basi della moderna teoria del caos): 'Inventare è discernere, è scegliere... Fra tutte le combinazioni che si potranno scegliere, le più feconde saranno quelle formate da elementi tratti da settori molto distanti'.

venerdì 31 luglio 2009

Una performance multisensoriale

Con il gruppo di Jervis Comba durante gli anni ’80 presso l’Università di Urbino ho fatto esperienze straordinarie a cavallo tra la performance, la comunicazione e contesti esperienziali di frontiera.
Uno degli esperimenti a cui ho preso parte, con cui volevamo testare una diversa percezione attraverso i sensi, si svolse mentre frequentavo la Facoltà di Filosofia a Urbino, la città rinascimentale caratterizzata da viuzze e scalinate che si inerpicano sino alla collina. Ci incamminammo - bendati e di notte - verso questo promontorio al fine di sperimentare le sensazioni che si provano quando si esclude un senso. Volevamo inoltre puntare sul ‘senso’ della fiducia e perciò ci tenevamo spalla contro spalla, in modo da creare un serpentone. Ci avventurammo dentro un bosco in collina dove era molto difficile procedere. Dopo un po’ ci rendemmo conto che cominciavamo a muoverci con più scioltezza nel momento in cui aumentavano la fiducia e la percezione del terreno tramite il tatto e i feedback provenienti dai piedi. Arrivati nel bosco, fitto di alberi e molto scosceso, eravamo molto più confidenti, forse troppo; ci separammo e procedemmo da soli. Ad un certo punto mi scontrai con un albero: l’eccesso di confidenza non mi aveva fatto calcolare che, fra le due mani che tendevo a istintiva protezione, c’era spazio per un albero… Caddi a terra semi-svenuto e qualcuno mi mise in bocca una fragola: fu un evento straordinario perché sperimentavo un contatto sensoriale assolutamente illogico e non programmato.

Giuseppe Mascitelli

giovedì 30 luglio 2009

Max Stirner, filosofo dell’egoismo?

Mi sono laureato nel 1983 in filosofia alla facoltà di Urbino con una tesi su Max Stirner, il filosofo tedesco (morto nel 1856) sostenitore radicale di posizioni antistataliste in favore dell'ateismo, dell'egoismo e di un primordiale concetto anarchico.
Stirner è stato considerato uno degli antesignani del nichilismo, dell’esistenzialismo e soprattutto dell’anarco-individualismo, ma il suo anarchismo, inteso come ideologia a sbocco movimentista, non è mai esistito in senso stretto, perchè le sue idee furono strettamente individualiste e lui non si definì mai anarchico.

Giuseppe Mascitelli

Con-ta-mi-na-zio-ne

Antropologia: è stata la prima disciplina ad evidenziare quanto le culture considerate primitive fossero complesse ed affascinanti e quanto fossero state e sono indispensabili con il loro grande potere contaminante nei confronti della nostra società occidentale, solo in apparenza tanto all’avanguardia.
In questo senso è giusto servirsi di una visione 'antropologica': nulla è in assoluto nuovo ma sempre frutto di contaminazioni tra passato e presente, tra culture differenti, tra il pensiero dell'azienda e quello dell'utente, ecc...

Un cubo nero in memoria di Marshall Mc Luhan

Nel 1980 morì il teorico della comunicazione Marshall Mc Luhan. In sua memoria il mio gruppo di ricerca dell’Università di Urbino guidato da Letizia Jervis Comba (gruppo che comprendeva professori, musicisti, artisti, e personaggi vari – tra questi Franco Battiato e Enrique Ariman, noto per i suoi esperimenti sulla lettura automatica), organizzò una performance denominata ‘In memoria di M. Mc Luhan’.
Fu un evento molto sofisticato, interamente autofinanziato e lo pubblicizzammo affiggendo manifesti a lutto in tutta la città universitaria. Invece di organizzare la solita conferenza stampa, costruimmo un enorme cubo di tela nera trasparente di 6 metri per 6. Dall’interno del cubo la base del gruppo emetteva, durante una 24 ore non-stop, tutta una serie di comunicazioni in diverse modalità: orali, stampate, attraverso note o suoni… Le comunicazioni emesse cambiavano inoltre a seconda delle fasce orarie, con una grande attenzione, infine, per i feedback da parte del pubblico.

Giuseppe Mascitelli

Innovazione significa guardare le cose vecchie con occhi nuovi

Innovazione significa guardare alle cose vecchie con occhi nuovi, come fa l’antropologo, che studia una cultura e mette in atto un processo di autocontaminazione. Questo nuovo sguardo può farci trovare nuove vie.

Giuseppe Mascitelli

venerdì 24 luglio 2009

Lo ‘spirito umano’ all’alba dell’etnografia digitale

Claude Lèvi-Strauss, antropologo e filosofo francese, conferì alla diversità e alla discontinuità della cultura, delle istituzioni, degli usi e delle tradizioni una ‘regolarità e una uniformità’ che spesso sfuggiva alle ricerche etnografiche. Riuscì così a sintetizzare con l’espressione ‘l’esprit humain’ queste caratteristiche universali, le regole che presiedono alla formazione della cultura, del linguaggio e dei rapporti sociali. Da questo parte Michael Wesch, antropologo del gruppo di lavoro di etnografia digitale dell'Università del Kansas, che si interessa all’impatto dei new media sull’interazione umana e al tipo di interazione umana ‘dentro’ i new media: dopo le ‘ricerche sul campo’ di inizio ‘900 inizia ‘l’analisi sociale sul web’. Siamo in presenza di un’etnografia digitale (o antropologia della rete)… Insomma l’antropologia può fare la differenza perché ne tiene conto.
In questo video diffuso da Wesch un bell'esempio di potenziale educativo, di uso della rete e anche di diffusione virale. Si chiama The Machine is Us/ing Us, la macchina siamo noi, anzi la macchina ci usa.

'Crisi della presenza': Neanderthal vs Homo Sapiens

La crisi della presenza, suggerisce De Martino, caratterizza le condizioni diverse in cui l'individuo, al cospetto di particolari eventi o situazioni, sperimenta un'incertezza, una crisi radicale del suo essere storico (della “possibilità di esserci in una storia umana”, scrive De Martino) in quel dato momento, scoprendosi incapace di agire e determinare la propria azione. Partendo da questo presupposto ho ipotizzato alcune conclusioni (pur senza alcun fondamento scientifico) sulla fine dell'uomo di Neanderthal: credo fosse evoluto e in grado di agire sulla natura. Gli capitò poi di incontrare l’homo Sapiens che era molto più veloce e più scaltro. Essendo due prodotti culturali può darsi che abbiano creato l'incontro tra due culture. Ci sono ad esempio culture africane che sono sparite contro ogni previsione… Una specie di suicidio non voluto, forse per la perdita della presenza.

Giuseppe Mascitelli

La cultura dei 'primitivi'

Bronislaw Malinowski, antropologo polacco, nel suo saggio postumo 'Una teoria scientifica della cultura' (1944) spiega il concetto di cultura come 'insieme complesso', accentuandone l’aspetto organicistico e trasformandola in un 'tutto integrato'. Malinowski ritiene che ogni cultura - anche delle società definite 'primitive' - è costituita dall’insieme di risposte che la società dà ai bisogni universali degli esseri umani. Anche le necessità di carattere culturale, come le credenze, le tradizioni, il linguaggio, sono fondamentali per la vita della società stessa. Malinowski, nella sua sterminata ricerca sul campo, trascorse due anni nelle Isole Trobriand in Melanesia, per studiarvi la cultura indigena. L’analisi di tale cultura non riguardò tutti i suoi aspetti, ma si concentrò su uno, il kula, una forma di scambio cerimoniale. Su queste premesse ha potuto basarsi l’analisi di Malinowski per capire l’insieme complesso di cui ogni aspetto culturale è una parte.

venerdì 3 luglio 2009

Le apocalissi culturali

Il costante rischio antropologico che una cultura scompaia diventa una "catastrofe sociale" che porta l'uomo al non poterci essere operativamente e culturalmente nel mondo e di conseguenza anche di non poter avviare nessuna progettazione futura. Per questo motivo De Martino suggerisce che "bisogna guardare alla contemporaneità riferendosi al passato", soprattutto muovendosi in quegli strati più nascosti e profondi della cultura. Ecco le parole in diretta di De Martino: "In questa dialettica fra memoria retrospettiva e slancio prospettico si inserisce la presenza e quindi la cultura e la società in cui si vive [...] poichè queste ultime stabiliscono l’orizzonte di sicurezza dell’esserci...".

Giuseppe Mascitelli

giovedì 2 luglio 2009

Dal NYTimes, le nuove figure del giornalismo

I journo-developer sono le figure più richieste in un mercato che fa i conti con licenziamenti e ridimensionamenti. La sintesi tra le valenze tecnologiche e quelle giornalistiche rappresentano certamente una maturazione nei confronti della tendenza attuale che verte sull'esplosione degli aggregatori di news sul modello Huffington Post. Il loro venire alla ribalta sottolinea con forza, ancora una volta, come la contaminazione e l'accostamento tra una parte tecnologica e una umanistica stia tracciando una strada sostenibile nell'ambito dell'innovazione.

Ernesto De Martino e l’antropologia culturale

L’antropologia culturale, di cui Ernesto De Martino è stato uno dei più importanti studiosi, rappresenta, anche in un’epoca tecnologicamente avanzata, una disciplina ricca di significato per conoscere l’uomo e i suoi punti di riferimento culturali. Al centro del pensiero di De Martino, illustrato nei libri "Morte e pianto rituale", "Sud e magia", "La terra del rimorso" e "La fine del mondo", l’interpretazione del magismo come epoca storica nella quale la labilità di una ‘presenza’ non ancora decisa viene padroneggiata attraverso la magia, in una dinamica di crisi e riscatto. Il concetto della crisi della presenza, approfondito da De Martino in tutti i suoi studi, nasce dai risultati degli esperimenti condotti negli anni ’50 e ’60 nel Sud Italia insieme ad altri studiosi. Ne è un esempio il campanile di Marcellinara.