venerdì 31 luglio 2009

Una performance multisensoriale

Con il gruppo di Jervis Comba durante gli anni ’80 presso l’Università di Urbino ho fatto esperienze straordinarie a cavallo tra la performance, la comunicazione e contesti esperienziali di frontiera.
Uno degli esperimenti a cui ho preso parte, con cui volevamo testare una diversa percezione attraverso i sensi, si svolse mentre frequentavo la Facoltà di Filosofia a Urbino, la città rinascimentale caratterizzata da viuzze e scalinate che si inerpicano sino alla collina. Ci incamminammo - bendati e di notte - verso questo promontorio al fine di sperimentare le sensazioni che si provano quando si esclude un senso. Volevamo inoltre puntare sul ‘senso’ della fiducia e perciò ci tenevamo spalla contro spalla, in modo da creare un serpentone. Ci avventurammo dentro un bosco in collina dove era molto difficile procedere. Dopo un po’ ci rendemmo conto che cominciavamo a muoverci con più scioltezza nel momento in cui aumentavano la fiducia e la percezione del terreno tramite il tatto e i feedback provenienti dai piedi. Arrivati nel bosco, fitto di alberi e molto scosceso, eravamo molto più confidenti, forse troppo; ci separammo e procedemmo da soli. Ad un certo punto mi scontrai con un albero: l’eccesso di confidenza non mi aveva fatto calcolare che, fra le due mani che tendevo a istintiva protezione, c’era spazio per un albero… Caddi a terra semi-svenuto e qualcuno mi mise in bocca una fragola: fu un evento straordinario perché sperimentavo un contatto sensoriale assolutamente illogico e non programmato.

Giuseppe Mascitelli

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