L'Antropologo Marc Augé ha raccontato, con la sua 'etnologia della solitudine', i 'nonluoghi', cioè quegli spazi dell'anonimato frequentati ogni giorno da tantissimi individui simili ma soli. Le grandi città, con le infrastrutture per il trasporto veloce, rappresentano più di ogni altro 'nonluogo', l'essenza di questa visione antropologica del quotidiano. Oggi, con gli strumenti che permettono la geolocalizzazione, anche questo concetto di 'nonluogo' può avere una lettura diversa...
Giuseppe Mascitelli
La crescente attenzione sulla probabile geolocalizzazione di ogni persona diventa sempre più reale grazie alla tecnologia che tras-portiamo nelle nostre tasche (cellulare, smartphone, palmare, ecc). Nokia, in accordo con Facebook, ha lanciato con il suo ultimo smartphone un'applicazione (Ovi Lifecasting) che ci permette di localizzare geograficamente i nostri contatti Facebook. Gli spazi anonimi, le dimore occasionali non sembrano essere più delle tracce pronte a dissolversi al nostro passaggio, ma diventano non-luoghi che, agli occhi degli individui e della tecnologia, acquistano lo status di 'abitazione momentanea', proprio perchè è possibile ora, la geolocalizzazione. (Privacy a parte).
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