Con il gruppo di Letizia Jervis Comba (che non credo
avesse il sentore dell’effetto di questi esperimenti, sperimentava assieme a
noi…) abbiamo fatto, tra gli altri, un esperimento straordinario per
approfondire il rapporto con i sensi. Siamo andati in una delle vie principali
della città di Urbino dalla quale partivano una serie di viuzze con scalinate
che conducevano nella parte rinascimentale della città e si replicavano su una
collina dove c’era una pineta. Andammo di notte e bendati perché volevamo avere
una diversa percezione attraverso i sensi: se infatti si esclude un senso, gli
altri vengono esaltati e poi volevamo puntare sul ‘senso’ della fiducia, perché
per muoversi devi fidarti di chi ti sta davanti. Tenendoci spalla contro
spalla, in modo da fare un serpentone, ci avventurammo dentro a questo posto;
non ricordo i discorsi, ma ricordo che era molto difficile camminare. Dopo un
po’ di tempo ci rendemmo conto che cominciavamo a muoverci con maggiore
disinvoltura: camminavamo meglio perché avevamo imparato; aumentava la fiducia
e la percezione del terreno attraverso il tatto e il feedback dei piedi.
Arrivati nel bosco eravamo molto più sicuri; a quel punto ci separammo e
procedemmo da soli in questo bosco fitto di alberi e molto scosceso. Sia io che
gli altri cominciammo a prendere confidenza perché camminavamo con le mani in
avanti, sebbene fosse un terreno accidentato anche per una persona non bendata.
Ad un certo punto, però, mi scontrai con un albero: l’eccesso di confidenza non
mi aveva fatto calcolare che, fra le due mani, c’era spazio per un albero…
Caddi a terra intontito e qualcuno mi mise in bocca una fragola: fu un evento
straordinario perché consisteva in un incontro sensoriale non programmato! Ad
un certo punto passò una voce che ci disse di togliere le bende; ci rendemmo
conto a quel punto di dove ci trovavamo, perché non lo avevamo capito. Eravamo
fuori dalla città che ci stava di fronte, bellissima. Insieme, ma non legati,
tornammo verso la città e cominciammo a camminare; ogni tre metri però cadevamo
perché non riuscivamo più a coordinare il rapporto tra vista, equilibrio e
tatto… Qualcosa aveva scombussolato il tutto. Questo esperimento ci fece capire
che lo stimolo differente dei sensi cambia la percezione del mondo e della
realtà, o la realtà stessa. g. mascitelli
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