martedì 18 settembre 2012

L’interesse per Ernesto De Martino e la ‘crisi della presenza’



Nei primi anni ‘80, oltre alle esperienze visionarie sulla comunicazione sotto descritte, mi sono impegnato nello studio della filosofia e della sociologia. Mi posso definire un esperto di Ernesto De Martino, famoso etnologo italiano, che ha scritto diversi libri importanti come ‘La fine del mondo’ (da cui deriva il nome di questo blog). In questo testo ipotizzava che il mondo finisse quando la cultura di quel mondo avrebbe rinunciato ad esistere, perché, diventando diversa rispetto alla natura, si sarebbe fermata e sarebbe stata riassorbita dalla natura stessa. E’ rimasto famosissimo inoltre lo studio di De Martino sulla crisi della presenza riguardante l’episodio del ‘Campanile di Marcellinara’, in cui l’etnologo racconta di un viaggio in Calabria con un suo collega per una ricerca; tutto nasce quando si persero in quella terra. Trovarono un pastore, racconta De Martino, a cui chiesero la strada, ma lui faceva fatica a spiegarsi e a farsi capire perché non parlava italiano; lo invitarono allora a salire in macchina per farsi portare a destinazione. L’etnologo riferisce che in lontananza vedevano Marcellinara e il suo campanile; durante il viaggio però il campanile sparì pian piano dalla vista del pastore che si era sporto dal finestrino e, quando non si vide più,  il pastore ebbe una crisi epilettica; si calmò solamente quando De Martino e il suo collega lo riportarono in vista del campanile. Questo rappresentava infatti per il pastore il suo punto di riferimento culturale e questo studio dimostrò la crisi della presenza, un concetto che mi ha sempre interessato e che mi ha accompagnato per tutta la vita. g. mascitelli

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