Nei
primi anni ‘80, oltre alle esperienze visionarie sulla comunicazione sotto
descritte, mi sono impegnato nello studio della filosofia e della sociologia.
Mi posso definire un esperto di Ernesto De Martino, famoso etnologo italiano, che ha scritto diversi libri importanti come ‘La fine
del mondo’ (da cui deriva il nome di questo blog). In questo testo ipotizzava
che il mondo finisse quando la cultura di quel mondo avrebbe rinunciato ad
esistere, perché, diventando diversa rispetto alla natura, si sarebbe fermata e
sarebbe stata riassorbita dalla natura stessa. E’ rimasto famosissimo inoltre lo studio
di De Martino sulla crisi della presenza riguardante l’episodio del ‘Campanile
di Marcellinara’, in cui l’etnologo racconta di un viaggio in Calabria con un suo collega per una ricerca; tutto nasce quando si persero in quella terra. Trovarono
un pastore, racconta De Martino, a cui chiesero la strada, ma lui faceva fatica
a spiegarsi e a farsi capire perché non parlava italiano; lo invitarono allora a
salire in macchina per farsi portare a destinazione. L’etnologo riferisce che in
lontananza vedevano Marcellinara e il suo campanile; durante il viaggio però il
campanile sparì pian piano dalla vista del pastore che si era sporto dal
finestrino e, quando non si vide più, il
pastore ebbe una crisi epilettica; si calmò solamente quando De Martino e il
suo collega lo riportarono in vista del campanile. Questo rappresentava infatti
per il pastore il suo punto di riferimento culturale e questo studio dimostrò
la crisi della presenza, un concetto che mi ha sempre interessato e che mi ha
accompagnato per tutta la vita. g. mascitelli
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