sabato 9 giugno 2012
venerdì 8 giugno 2012
Siamo sotto l’attacco da parte dell’industria della paura
"La nostra libertà potenzialmente sempre più estesa per merito della tecnologia, sarà progressivamente ristretta, perché avremo dato spazio a quelli che vogliono insegnarci come vivere. Persone che vogliono decidere della nostra salute, dei nostri comportamenti, entrando nella nostra più profonda intimità.
Dobbiamo rappresentarci - in sintonia con il cambiamento epocale in corso - con nuovi valori che siano i driver di un nuovo modo di vedere e di essere, insomma di un nuovo mondo. Siamo sotto l’attacco da parte dell’industria della paura.... Se dovessi proporre un nuovo corso di formazione lo proporrei sul CORAGGIO: ecco tutto quello che ci serve!". g. mascitelli
giovedì 24 maggio 2012
La rivoluzione epocale dei social media in ambito aziendale

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venerdì 4 maggio 2012
La nuova comunicazione è ‘Experience’
Alla 'Milan International Design Week', durante il Fuori Salone di Milano, ho curato l’ideazione e la realizzazione dell’evento Underground Gessi Experience per l’azienda Gessi. Underground Gessi Experience è stato lo Story Telling di un ‘ritrovamento’ attraverso un percorso a 5 sensi, con un'installazione nei cantieri dello Spazio Gessi di Milano, a 20 metri di profondità. Sono partito da questo concetto: siamo sotto attacco da parte dell’industria della paura. La nostra libertà potenzialmente sempre più estesa per merito della tecnologia, sarà progressivamente limitata, perché avremo dato spazio a quelli che vogliono insegnarci come vivere. Le radici di questo progetto sono partite perciò dal desiderio di riconnettersi al flusso vitale dell'esistenza, dalla gioia creativa e da una specie di reload estatico nei confronti della parte profonda dell'essere. Le persone vogliono, desiderano nuovi prodotti, nuovi servizi ma soprattutto nuovi approcci e valori. Vogliono emozioni da condividere, non essere carne d'acquisto! A ciò si è unito il concetto di ‘Perdere la strada per poi ritrovarsi’, che affonda in profondità nella mia visione dell'atto creativo: per essere veramente creativi, il processo da attivare interiormente è doloroso ma alla fine l'idea (e la sua realizzazione) contengono l'energia e la forza che smuovono cuore e business. L’azienda ha poi avuto l'idea geniale di aver guardato dove gli altri di solito non guardano, cioè sottoterra; Gessi si è ricavata uno spazio sotterraneo nella città più importante del mondo per quanto riguarda la moda e il design, in un momento in cui tutti guardano verso l'alto... L'epoca dei palazzi fallocratici che si ergono in maniera aggressiva e arrogante è finita, l'11 settembre è stata una lezione fortissima che l'Occidente non ha capito fino in fondo... E' ora di tornare alle cose concrete, a ciò che per l'antropologia è la terra madre: bisogna riconquistare l'essenza profonda delle cose. La comunicazione è morta, ora è 'experience'! C'era infatti qualcosa di importante, come un'energia nuova che non potevamo non raccontare, di cui questo Paese ha disperatamente bisogno. Per questo, nel riscrivere lo story telling, ho creato un vero percorso emozionale che si è avvalso di una rappresentazione scenica paragonabile ad un set cinematografico. Con Filmare GroUP, l’Hub di comunicazione esperienziale che ho fondato, abbiamo sovvertito tutti i parametri della 'Milan International Design Week' ormai appiattiti su codici e relazioni standard, creando una narrazione a 5 sensi; il ritrovamento, concetto focale del progetto, ha rispecchiato i concept dell’azienda Gessi: una specie di 'bozzolo', composto da alta tecnologia e visione del benessere in contatto con la psiche profonda, tanto da poter essere definito un 'propulsore di nuova umanità' che ho voluto far rivivere in questa istallazione. g. mascitelli
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mercoledì 21 marzo 2012
L’antropologia e la ‘sfuggente complessità del mondo occidentale’
Cito da un’intervista dell’antropologo francese Marc Augé apparsa su Repubblica il 27 luglio 2011: “nell'antropologia c’è sempre una dimensione critica, giacché essa c'insegna che tutto è cultura. Anche ciò che ci appare come naturale, in realtà, è sempre una costruzione culturale, quindi variabile a seconda dei contesti, delle epoche e delle tradizioni. Questo modo di pensare è evidentemente sovversivo rispetto all’ordine costituito, qualunque esso sia, dato che nega l’esistenza delle verità assolute. L’antropologo si trova sempre in un luogo particolare della grande battaglia planetaria, di conseguenza non riesce mai ad avere una visione d'insieme. Questo per dire quanto sia difficile la conoscenza del mondo contemporaneo e quanto occorra essere umili di fronte a una realtà globale in continuo movimento che disconnette lo spazio dal tempo, alterando la nostra percezione delle cose… Le nuove tecnologie possono modificare per davvero le relazioni tra le persone. Si pensi alle relazioni virtuali, ai social network e alle molte possibilità di comunicazione offerte dalla rete. Bisogna però stare attenti a non creare nuove mitologie, come si è fatto di recente con le rivoluzioni nei Paesi arabi, il cui successo è stato da molti attribuito alla forza della Rete… Anche l' universo delle nuove tecnologie avrebbe quindi bisogno di un’antropologia critica”.
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venerdì 24 febbraio 2012
L’etnografia nei luoghi virtuali, metafora della produzione di conoscenza antropologica

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sabato 11 febbraio 2012
La delocalizzazione delle culture nell’era di Internet e dei social networks

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