Con il gruppo di Letizia Jervis Comba (che non credo
avesse il sentore dell’effetto di questi esperimenti, sperimentava assieme a
noi…) abbiamo fatto, tra gli altri, un esperimento straordinario per
approfondire il rapporto con i sensi. Siamo andati in una delle vie principali
della città di Urbino dalla quale partivano una serie di viuzze con scalinate
che conducevano nella parte rinascimentale della città e si replicavano su una
collina dove c’era una pineta. Andammo di notte e bendati perché volevamo avere
una diversa percezione attraverso i sensi: se infatti si esclude un senso, gli
altri vengono esaltati e poi volevamo puntare sul ‘senso’ della fiducia, perché
per muoversi devi fidarti di chi ti sta davanti. Tenendoci spalla contro
spalla, in modo da fare un serpentone, ci avventurammo dentro a questo posto;
non ricordo i discorsi, ma ricordo che era molto difficile camminare. Dopo un
po’ di tempo ci rendemmo conto che cominciavamo a muoverci con maggiore
disinvoltura: camminavamo meglio perché avevamo imparato; aumentava la fiducia
e la percezione del terreno attraverso il tatto e il feedback dei piedi.
Arrivati nel bosco eravamo molto più sicuri; a quel punto ci separammo e
procedemmo da soli in questo bosco fitto di alberi e molto scosceso. Sia io che
gli altri cominciammo a prendere confidenza perché camminavamo con le mani in
avanti, sebbene fosse un terreno accidentato anche per una persona non bendata.
Ad un certo punto, però, mi scontrai con un albero: l’eccesso di confidenza non
mi aveva fatto calcolare che, fra le due mani, c’era spazio per un albero…
Caddi a terra intontito e qualcuno mi mise in bocca una fragola: fu un evento
straordinario perché consisteva in un incontro sensoriale non programmato! Ad
un certo punto passò una voce che ci disse di togliere le bende; ci rendemmo
conto a quel punto di dove ci trovavamo, perché non lo avevamo capito. Eravamo
fuori dalla città che ci stava di fronte, bellissima. Insieme, ma non legati,
tornammo verso la città e cominciammo a camminare; ogni tre metri però cadevamo
perché non riuscivamo più a coordinare il rapporto tra vista, equilibrio e
tatto… Qualcosa aveva scombussolato il tutto. Questo esperimento ci fece capire
che lo stimolo differente dei sensi cambia la percezione del mondo e della
realtà, o la realtà stessa. g. mascitelli
lunedì 10 settembre 2012
venerdì 7 settembre 2012
Gli esperimenti con il gruppo di Letizia Jervis Comba: il rapporto con i sensi
All’Università
di Urbino, facendo la facoltà di filosofia, mi sono imbattuto nel gruppo di
Letizia Jervis Comba. Questa professoressa teneva un corso sperimentale, organizzato
al di fuori dell’orario del corso ordinario, con un gruppo di lavoro esterno. Durante
la frequentazione di questo corso ho incontrato ad esempio Jerzy Grotowsky che
mi disse ‘Dentro di te c’è un gigante’: sono cose che ti segnano per tutta la
vita. A parte “In memoria di Marshall Mc Luhan”, di cui ho già parlato, con
questo gruppo abbiamo fatto esperienze straordinarie a cavallo tra la
performance, la comunicazione e l’esperienza con i sensi, che è un aspetto che
quasi mi assilla. Se infatti si opera nel mondo della comunicazione, è molto
importante l’ascolto del feedback e per questo bisogna tenere sempre presente
che tutto passa dai sensi. I primi media sono infatti i sensi perchè il
rapporto con la realtà passa attraverso di essi. Dopo che si è capito che i
sensi sono quegli apparecchi che consentono di interpretare la realtà ma che
non sono la verità, si possono capire gli effetti di ciò che si dice o che si
produce su quei sensi. g. mascitelli
Etichette:
creatività,
filmare group,
giuseppe mascitelli,
innovazione,
letizia jervis comba,
rapporto con sensi,
tecnocreatività,
tecnologia
martedì 4 settembre 2012
Experience Makers: un nuovo modo di comunicare come nella “Notte in Fornace” di Seguso
C’è bisogno di aziende portatrici di valori che
veicolino nuove modalità di relazione altamente emozionali. Il mio claim
Experience Makers sintetizza il nuovo modo di comunicare in sintonia con le
nuove valenze e la nuova imprenditoria. Vedere con la pelle, annusare con gli
occhi, nutrirsi con la mente: ecco cosa significa, nel profondo, la nuova
installazione per Seguso Group. La Seguso Experience a Murano “Notte in
Fornace” è infatti un percorso polisensoriale che coniuga vetro e design.
Seguso ha creato qualcosa di rivoluzionario che ridisegna completamente la
visita a Murano, trasformandola in Experience; un percorso a 5 sensi che entra
nel vivo della lavorazione di questi artisti che plasmano il vetro dal 1397.
Gli antichi saperi diventano emozioni, sensazioni e arte. La “Notte in Fornace”
di Seguso si sta svolgendo sull’isola di Murano, Venezia, in Fondamenta Venier,
48, dal 27 agosto al 10 settembre 2012. g. mascitelli
Etichette:
comunicazione,
experience makers,
filmare group,
giuseppe mascitelli,
notte in fornace,
seguso experience,
tecnocreatività,
tecnologia
venerdì 3 agosto 2012
L’incontro con il gruppo di Letizia Jervis Comba
Verso la fine dei miei studi di filosofia ebbi un
incontro fortunatissimo; mi iscrissi al corso di psicologia e conobbi la
professoressa Letizia Jervis-Comba, famosa per essere la moglie di Giovanni
Jervis che, insieme a Franco Basaglia, fece la famosa legge di riforma degli
istituti psichiatrici. Con questa professoressa nacque subito un rapporto molto
collaborativo, al punto che entrai a far parte del suo staff che comprendeva
musicisti, persone provenienti da TvFrance2, Franco Battiato… Un gruppo che in
un primo momento lavorò sull’arte della memoria, una scienza molto complicata
che prevedeva di fare ciò che fanno ora i registratori, materia che nessuno
conosce ma che nei secoli scorsi aveva dignità pari alla filosofia, alla
matematica e alla medicina. Se ne sono occupati filosofi come Raimondo Lullo,
che avevano una visione del mondo che ‘incassettava’ tutto e la studiavano non
soltanto come una tecnica di memorizzazione, ma come una vera e propria scienza
che comprendeva una differente visione di se stessi e di ciò che ci circonda. g. mascitelli
Etichette:
arte memoria,
comunicazione,
creatività,
filmare group,
giuseppe mascitelli,
innovazione,
letizia jervis comba,
tecnocreatività,
tecnologia
mercoledì 1 agosto 2012
Il mio amore per la filosofia e l’antropologia
Il mio amore per la filosofia nasce dal mio esame di
maturità. Quell’anno infatti uscì come materia di esame e io e un mio compagno
decidemmo di portarla, nonostante la conoscessimo molto poco. Nella primavera
del 1978 mi ritirai perciò a casa di mia nonna a studiare filosofia con questo amico.
Da questo momento mi appassionai alla filosofia perché compresi che permetteva
di imparare ad imparare e capii che era il metodo che ti consentiva di poter
passare a qualsiasi altra disciplina. In quel momento feci un programma di vita
legato alla filosofia: la scelsi come facoltà universitaria e la frequentai
prima a Firenze e poi ad Urbino. Ho però dato un taglio antropologico al mio
corso di studi (e da qui nasce la passione per l’antropologia) perché si
focalizzava non soltanto sullo studio del pensiero, ma sull’evoluzione di altre
culture diverse dalla nostra. g. mascitelli
Etichette:
comunicazione,
creatività,
filmare group,
filosofia,
giuseppe mascitelli,
innovazione,
tecnocreatività,
tecnologia
lunedì 30 luglio 2012
L’incontro con la comunicazione…
Il mio incontro con il mondo della comunicazione
professionale è cominciato nel 1974, quando ero studente al liceo scientifico
ed assistetti ad un appuntamento dal titolo ‘Fare comunicazione’. I contenuti
di quell’incontro suonarono alle mie orecchie strani e particolari, fortemente
indirizzati verso il nuovo. Avevo allora 14 anni, salii sul palco e feci un
intervento, definendo il nuovo come migliore e soprattutto diverso da ciò che
era esistito prima. Ricevetti però molti fischi perché in quel momento la visione dei
ragazzi era molto polarizzata su una visione politica estremizzata... g. mascitelli
giovedì 26 luglio 2012
Ubuntu, in nome della collettività
Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana.
Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe
arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta. Quando gli fu dato il segnale per
partire, tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme;
dopodichè, una volta preso il cesto, si sedettero e si godettero insieme il
premio. Quando fu chiesto ai bambini perché avessero voluto correre insieme,
visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, risposero:
"UBUNTU", come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono
tristi?". UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: "io
sono perchè noi siamo". Abbiamo così tanto da imparare nella nostra
"cultura occidentale civilizzata"…
Etichette:
comunicazione,
creatività,
filmare group,
giuseppe mascitelli,
innovazione,
tecnocreatività,
tecnologia,
ubuntu
Iscriviti a:
Post (Atom)