giovedì 23 dicembre 2010

Testo, ipertesto e contesto

Una parte di un’intervista a De Kerckhove, dove parla dell’evoluzione del linguaggio nell’era internet: “…Esistono testo, ipertesto e contesto. Bisogna capire identità e differenza di tutte e tre. L'ipertesto è a metà tra parola e scrittura. E' una forma di testo contestualizzata, ecco la differenza. Il linguaggio di Internet riprende la scrittura orale come struttura, ma della parola scritta ha la memoria. Viene archiviato. E' il pensiero che da interiore si manifesta agli altri. L'io non è più solo con se stesso, ma si connette con gli altri. E lo fa con una forma di espressione nuova, che non è la parola detta e neppure la parola scritta. E', se si vuole, un ibrido, ma che trasmette meglio di altre forme di espressione, il pensiero individuale…”. (Dal forum del GIORNALE a cura di Vittorio Macioce e Diana Zuncheddu. Nell’immagine: Vormittagsspuk = ghosts before breakfast di Hans Richter).

giovedì 16 dicembre 2010

Ancora sul tema della 'verosimiglianza' e delle ricerca delle fonti delle notizie on line

Riguardo al tema della“VEROSIMIGLIANZA” che ho già affrontato su questo blog, questa considerazione di Milad Douehi dell’Università di Glasgow, mi pare molto arricchente: “…Non bisognerebbe semplicemente utilizzare le modalità che già ci sono per fare verifiche sulla veridicità delle informazioni che circolano sul web. Si creano agorà e contenuti che non hanno un legame stretto con chi li ha prodotti. La sfida è andare a vedere come i contenuti sono collegati e chi li produce….”.

Il mondo digitale è il primo rivale della religione

Interessante spunto di riflessione su NOVAILSOLE24ORE di oggi: “il mondo digitale è il primo rivale della religione, crea un credo attorno a cui le persone si legano tra loro nutrendo una sorta di devozione. Le persone condividono regole strutture relazioni e spesso i singoli individui contribuiscono al sapere in modo collettivo e gratuito. Il virtuale è così un quasi luogo di culto. Studiare le implicazioni culturali…”. L’autore è Milad Douehi è Honorary Professorial Research Fellow alla School of Modem Languages and Cultures dell' Università di Glasgow.

giovedì 9 dicembre 2010

"Antropologia e web"

L'approccio antropologico alla comunicazione è sempre stato al centro dei miei interessi e l'argomento "Antropologia e web" è di assoluta attualità: oltre che nelle modalità di diffusione la rete incide profondamente anche sui modi di fare antropologia….
eidetica, un blog per approfondire.


martedì 7 dicembre 2010

François Jullien, filosofo: sul pensiero orientale e quello occidentale

Perché la cultura occidentale è incapace di cogliere le trasformazioni in atto? Risponde François Jullien, sinologo francese: "Fin dai tempi della filosofia greca, tutto il pensiero occidentale è rimasto prigioniero dell´essere e dell´ontologia, considerando il reale composto da essenze immobili, come ad esempio le idee platoniche. Più un´entità è determinata, più essa è. La trasformazione silenziosa - caratteristica del pensiero cinese - è invece sempre in movimento, rimanda a una realtà fluida e indeterminata, dove ciò che è contemporaneamente è già anche qualcos´altro. Essa rimette in discussione il principio d´identità e il principio di non contraddizione, due cardini dell´ontologia occidentale. Di conseguenza, è inconcepibile per il pensiero occidentale che è incapace di pensare la transizione".

giovedì 25 novembre 2010

Lo svilupparsi della cultura della verosimiglianza

La mia formazione a Urbino nella facoltà di filosofia e la frequentazione di un gruppo di lavoro capeggiato dalla Jervis Comba, mi ha aiutato a non accontentarmi mai e di cercare sempre il 'non-visto'. Ci sarebbero molte cose interessanti da dire circa il senso di identità e verità nella contemporaneità. Siamo raggiunti da milioni informazioni che non sfruttiamo, rimandando perennemente il momento in cui poterne disporre approfondendole, trasformandoci, molto spesso, in conoscitori superficiali. Ciò è causato da un triplice fattore: una mancata attitudine all'approfondimento, l'eccessiva velocità dell'aggiornamento tecnologico e mancanza di coraggio nell'affrontare il tema della 'verità'. Tutto questo ha dato corpo allo svilupparsi della cultura trasversale della verosimiglianza; se nel mondo attuale non è possibile diffondere il completamente falso (perchè, per esempio, il web 2.0 lo svelerebbe facilmente), viene invece sempre più frequentemente accettato e diffuso il verosimile come vero.