
Prendo spunto da “Tatuaggi alla moda, tatuaggi dalla vita” di cui si parla nel blog di Diego 56, per parlare di un aspetto del
tribalismo moderno: il tatuaggio. Come è sottolineato dall’autore del blog, che parte dal libro ‘Moby Dick’, una volta in Occidente queste decalcomanie perenni derivavano dalle esperienze in marina e chi ne portava le tracce se li era in un certo modo guadagnati, vivendo una vita avventurosa. Oggi, specialmente i giovani, esibiscono tatuaggi decorativi (animali, tribali, segni gotici) in varie parti del corpo. Nel blog si sostiene che siano “tatuaggi veri ma anche finti perché
mancano dello spessore del tempo”; incarnano un aspetto ornamentale, un vezzo estetico ma non una vita, un passato, un’avventura. “Questo desiderio di tatuaggi nasconde la nostalgia di avere una vita più piena di significati; questi segni stanno soltanto sulla superficie della pelle, ma anche della vita… Sono semplicemente un fenomeno di costume”.
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