Nel luglio del 2008 un articolo pubblicato su “The Atlantic” che portava la firma dello scrittore americano Nicholas Carr innescò una fitta ridda di polemiche e discussioni poiché sosteneva la tesi che Internet stesse riducendo l’abilità di concentrazione dell’uomo.
A più di due anni e mezzo di distanza, Carr pubblica un libro dal provocatorio titolo “Internet ci rende stupidi? Come la Rete sta cambiando il nostro cervello”, in cui prende ispirazione proprio da quell’articolo per poi svilupparne la tematica.
Nicholas Carr fa riferimento persino a Marshall McLuhan, che in “Galassia Gutenberg” analizzava il rapporto tra uomo e medium: “Internet e i nuovi device influenzano l’uomo e il suo cervello. L’abbiamo visto per l’alfabeto, la stampa, e anche per l’orologio e le mappe”. La rete sta però peggiorando la nostra capacità di rimanere attenti e concentrati, per esempio, nella lettura di un libro, in quanto offre troppi motivi di distrazione.
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