Leggendo l’articolo di Luca Dello Iacovo pubblicato ieri su Nòva 24, supplemento del Sole 24 Ore, si può trarre spunto per una riflessione sulla netnografia, ovvero l’etnografia di Internet.
Molto spesso il monitoraggio delle relazioni in rete è svolto in maniera quantitativa; ne conseguono una serie di dati numerici volti a misurare il networking on line di persone. Questo tipo di ricerche non possono però fornire delle valutazioni qualitative sull’intensità dei rapporti creati su Internet.
L’approccio quantitativo è di fatto corretto, ma solo se non è utilizzato in maniera esclusiva. Come spiega nell’articolo Giovanni Boccia Artieri, presidente della laurea in Scienze della comunicazione all’università di Urbino, “serve un’integrazione con un’analisi sulla qualità delle relazioni sociali” e la soluzione potrebbe risiedere nell’analisi netnografica, che ha “due orientamenti prevalenti: il marketing e il capitale sociale”.
L’obiettivo del metodo netnografico è infatti quello di analizzare la percezione degli internauti rispetto ad un particolare brand all’interno dei social network, mettendo in relazione i punti di vista, i valori e le emozioni degli utenti.
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