lunedì 31 maggio 2010
Paradossi a Milano
L’Xi edizione della Milanesiana, il festival più innovativo e longevo del capoluogo meneghino che favorisce una fruizione della cultura e dell’arte ampia, partecipata e accessibile, avrà luogo dal 5 al 19 luglio e sarà dedicata ai paradossi. Nata da un progetto di Elisabetta Sgarbi per dare voce ai protagonisti delle diverse discipline artistiche e della cultura mondiale, la manifestazione amplia la sua formula aggiungendo alla centralità delle serate nuove modalità e occasioni di incontro con gli artisti ospiti. Gli oltre 30 appuntamenti previsti si distribuiranno per tutta la città, occupando, oltre ai luoghi tradizionali (Dal Verme, Oberdan e Sala Buzzati), nuovi spazi come i poli universitari Bicocca e Bovisa, la Biblioteca Chiesa Rossa, il centro di aggregazione giovanile Barrio’s, il teatro di Verdura e le Cartiere Vannucci. Si attendono 130 ospiti internazionali provenienti da 18 Paesi che animeranno i 18 incontri sulla letteratura, i 9 incontri sul cinema, i 18 sulla musica e i 2 sulla scienza. Sul tema del paradosso il momento del dialogo con i protagonisti avverrà durante due appuntamenti pomeridiani: il primo al Teatro di Verdura, dedicato al “Paradosso Dio” e il secondo presso il centro di aggregazione giovanile Barrio’s, dedicato al tema “Donne e paradossi”.
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lunedì 24 maggio 2010
Memoria reale e memoria mitica
La memoria è parte di noi e rappresenta la boa a cui aggrapparsi, l’ancora che ci tiene saldi per non affogare. La memoria è fatta di ricordi che possono essere reali o di fantasia perché essi non sono tasselli di una storia oggettiva ma lo strumento di una riappropriazione emotiva di sé e del proprio passato. A volte i ricordi esistono ma sono diversi da quelli reali, si è dimenticato ciò che realmente è accaduto perché manca l’esatta emozione che corrisponde ad essi. Freud chiama questo processo “rimozione” e sostiene che è causato dall’incompatibilità della reminiscenza con l’orientamento dell’Io: l’inconscio è il luogo in cui quello che è successo davvero galleggia e a volte riemerge. Proust parla di “memoria involontaria”, che fa uscire ciò che si è scordato nel momento in cui si sottrae al controllo dell’intelletto e della volontà. Questo incrocio tra realtà e fantasia è la memoria mitica e approfondire le cause dell’oblio rappresenta una premessa importante per ricominciare; tra memoria e oblio trova spazio il mito di morte e rinascita.
venerdì 21 maggio 2010
Le culture orali
Quando si parla di oralità non può non venire in mente J.W.Ong e la sua profezia, argomento di un prossimo post... qui invece riprendo una considerazione di Francesca Di Donato: "(...) La scoperta delle culture orali primarie è relativamente recente e strettamente legata alla storia della questione omerica. Milman Perry, nei primi anni Venti, mise in luce come la struttura dei poemi omerici fosse fondata in base alla costruzione dell'esametro. L'aedo non imparava né ricordava parola per parola, ma secondo cliché fissi, costruiti appunto in esametri, e solo poche erano le parole che non appartenevano a queste formule. Havelock ha poi esteso il lavoro di Perry mostrando come gli inizi della filosofia greca fossero legati alla ristrutturazione del pensiero operata dalla scrittura (...).
martedì 18 maggio 2010
La memoria svelata, elemento costitutivo della Storia e dell’uomo
Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha avuto come motivo conduttore della 23esima edizione quello della memoria svelata, scelta per la “constatazione di un paradosso: proprio nel momento in cui, grazie alle nuove tecnologie, possiamo disporre di sterminate banche dati, tanto vaste come da sfidare la nostra stessa immaginazione e capacità di gestione, ci siamo accorti che il nostro rapporto con il passato si è fatto distratto, intermittente, quasi infastidito”. Gli organizzatori del Salone hanno ribadito la necessità della memoria: “la capacità di codificare e trasmettere la memoria, cioè le esperienze acquisite, si è rivelato un fattore decisivo nell’evoluzione delle società umane, che si sono potute sviluppare proprio nel momento in cui hanno cominciato a consegnare alle nuove generazioni la testimonianza delle proprie esperienze”. Partendo dal concetto che la salvaguardia della memoria risulta fondamentale per lo svolgimento degli avvenimenti futuri ed è parte integrante dell’essere umano, il Salone del Libro di Torino ha voluto svolgere il tema principale di quest’anno in tutte le sue declinazioni. Ecco che la memoria è stata interpretata come analisi della storia, antica e più recente, eroica o difficile, con momenti tragici o condivisi e attraverso i personaggi che ne sono stati protagonisti; come memoria privata; tramite i luoghi della memoria, dalle città all’architettura, dal territorio ai giardini; memoria in letteratura, a teatro, al cinema; memoria come cultura, sfida educativa, contrario di oblio, avvenire e scienza dell’anima.
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mercoledì 5 maggio 2010
La tribalità contemporanea e l’era tribale di de Kerckhove
La tribalità sta permeando la nostra vita quotidiana e la società contemporanea; si può notare nel linguaggio e nell’aspetto estetico ma anche in alcune elaborazioni teoriche come quella del sociologo Derrick de Kerckhove.
Tribale perché estremamente conciso e semplice è il linguaggio di Internet e delle chat, mentre tracce tribali sono evidenti sul corpo di molti con tatuaggi e piercing.
De Kerckhove distingue l’evoluzione della coscienza fondamentale in tre momenti: tribale, moderno e globale, scanditi dall’emergere di altrettante tecnologie della comunicazione quali l’oralità, la scrittura e l’elettricità. Secondo lo studioso canadese l’era elettrica è caratterizzata dalla sensazione di prossimità determinata dalla connettività pervasiva (dai cellulari ai computer collegati in rete) che consente ogni giorno di fare esperienza in prima persona di quella dinamica sociale nota come globalizzazione.
Tribale perché estremamente conciso e semplice è il linguaggio di Internet e delle chat, mentre tracce tribali sono evidenti sul corpo di molti con tatuaggi e piercing.
De Kerckhove distingue l’evoluzione della coscienza fondamentale in tre momenti: tribale, moderno e globale, scanditi dall’emergere di altrettante tecnologie della comunicazione quali l’oralità, la scrittura e l’elettricità. Secondo lo studioso canadese l’era elettrica è caratterizzata dalla sensazione di prossimità determinata dalla connettività pervasiva (dai cellulari ai computer collegati in rete) che consente ogni giorno di fare esperienza in prima persona di quella dinamica sociale nota come globalizzazione.
Il neo-nomadismo e l’era digitale: similitudini
I new media portano al senso del non luogo e al neo-nomadismo, concetto profetizzato da Joshua Meyrowitz in “Oltre il senso del luogo”. Le nuove tecnologie hanno infatti cancellato le distanze, annullando lo spazio che separa i soggetti e quello fisico, al punto che l’uomo contemporaneo è costretto a rielaborare i propri modelli di interazione sociale al di là del senso del luogo.
La società degli antichi popoli nomadi e quella tecnologia dell’informazione si somigliano. Hanno in comune l’eguaglianza nei rapporti sociali, il controllo sociale comunitario, l’apprendimento cronologico, non lineare e non gerarchizzato e la gestione dell’autorità in modo persuasivo piuttosto che coercitivo.
La società degli antichi popoli nomadi e quella tecnologia dell’informazione si somigliano. Hanno in comune l’eguaglianza nei rapporti sociali, il controllo sociale comunitario, l’apprendimento cronologico, non lineare e non gerarchizzato e la gestione dell’autorità in modo persuasivo piuttosto che coercitivo.
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