Nel luglio del 2008 un articolo pubblicato su “The Atlantic” che portava la firma dello scrittore americano Nicholas Carr innescò una fitta ridda di polemiche e discussioni poiché sosteneva la tesi che Internet stesse riducendo l’abilità di concentrazione dell’uomo.
A più di due anni e mezzo di distanza, Carr pubblica un libro dal provocatorio titolo “Internet ci rende stupidi? Come la Rete sta cambiando il nostro cervello”, in cui prende ispirazione proprio da quell’articolo per poi svilupparne la tematica.
Nicholas Carr fa riferimento persino a Marshall McLuhan, che in “Galassia Gutenberg” analizzava il rapporto tra uomo e medium: “Internet e i nuovi device influenzano l’uomo e il suo cervello. L’abbiamo visto per l’alfabeto, la stampa, e anche per l’orologio e le mappe”. La rete sta però peggiorando la nostra capacità di rimanere attenti e concentrati, per esempio, nella lettura di un libro, in quanto offre troppi motivi di distrazione.
giovedì 24 marzo 2011
“Internet ci rende stupidi? Come la Rete sta cambiando il nostro cervello”
giovedì 10 marzo 2011
“Atlas – Come sollevare il mondo sulle spalle?”: ovvero la tassonomia delle immagini
È possibile realizzare mappe, atlanti e cataloghi al fine di ordinare rigorosamente la nostra esistenza e le infinite immagini che ci circondano? Richiamando alla memoria la figura mitologica di Atlante, costretto da Zeus a reggere sulle proprie spalle il peso del globo terrestre, la rassegna curata dal filosofo Georges Didi-Huberman esplicita il desiderio di classificare l’universo attraverso le immagini. Proprio come sognava di fare lo storico d’arte tedesco Aby Warburg con il suo “Bilderatlas Mnemosyne”, atlante illustrato dedicato alle emigrazioni e sopravvivenze delle antiche immagini di divinità nella cultura europea moderna.
(Mostra “Atlas – Come sollevare il mondo sulle spalle?” al Reina Sofia di Madrid fino al 28 marzo)
lunedì 7 marzo 2011
Libro sociale, libro digitale, libro condiviso....
Anche la lettura, seguendo la crescente domanda di condivisione della rete, entra nei social. È così che nascono le community per lettori che desiderano condividere il proprio interesse con altri gruppi di persone (anobi.com, librarything.it, BookCrossing, Reader2, Booktribes, Shelfari, Goodreads e Picwicki, tra le tante), un catalogo virtuale in cui gli utenti possono inserire i titoli dei libri già letti o che vorrebbero leggere, interagire con altri lettori formando gruppi, trovare recensioni e consigli per nuove letture. Che cosa è oggi il libro? Il suo testo oppure la serie di condivisioni e interazioni che le piattaforme 2.0 facilitano?
venerdì 4 marzo 2011
Mimi Ito: Hanging Out, Messing Around, and Geeking Out
Mimi Ito è un’antropologa e ricercatrice giapponese che ha dedicato la sua brillante carriera allo studio delle dinamiche che intercorrono tra i giovani e i nuovi media, con particolare attenzione nei confronti dei social network. I social media rappresentano una grande opportunità, non sono soltanto un elemento di distrazione, ma possono favorire l’apprendimento, sostiene Ito. Ormai non è più pensabile che in un’aula si ascolti semplicemente una lezione. Mentre il professore parla gli studenti usano i computer per molteplici attività alternative: collegamento a reti sociali, ricezione e spedizione di messaggi. Secondo la Ito, l’uso delle nuove tecnologie da parte dei ragazzi possa solo avere effetti positivi. Il suo libro “Hanging Out, Messing Around, and Geeking Out: Kids Living and Learning with New Media” racchiude infatti un’enorme raccolta etnologica. Il modo di sviluppare la propria identità e i propri rapporti interpersonali è sicuramente cambiata con l’avvento e l’espansione delle nuove tecnologie, ma non necessariamente peggiorato. Anzi, secondo la Ito i ragazzi beneficiano delle loro relazioni virtuali, che si trasformano poi in rapporti reali.
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