venerdì 18 giugno 2010

Ancora su La fine del mondo di Ernesto de Martino

Voglio parlarvi ancora de La fine del mondo, in cui Ernesto de Martino racconta di una volta in Calabria quando, cercando una strada, egli e i suoi collaboratori fecero salire in auto un anziano pastore, perché indicasse loro la giusta direzione da seguire, promettendogli di riportarlo poi al posto di partenza. L'uomo salì in auto pieno di diffidenza, che si trasformò via via in una vera e propria angoscia, non appena dalla visuale del finestrino sparì alla vista il campanile di Marcellinara, il suo paese. Il campanile rappresentava per l'uomo il punto di riferimento del suo circoscritto spazio domestico, senza il quale egli si sentiva realmente spaesato. Quando lo riportarono indietro in fretta l'uomo stava penosamente sporto fuori dal finestrino, scrutando l'orizzonte per veder riapparire il campanile. Solo quando lo rivide, il suo viso finalmente si riappacificò.
Al giorno d’oggi, viviamo in un mondo dove ogni mezzo di comunicazione è interconnesso con tutti gli altri e non possiamo pensare di vivere come il vecchio pastore nel nostro cosmo ristretto, all’ombra di un solo campanile: per evitare di sperimentare questa angosciante situazione di spaesamento, occorre tenersi costantemente al passo con i tempi, aggiornandosi sulle continue innovazioni tecnologiche che quotidianamente sbocciano sul web, e ricorrendo a tutta la nostra capacità creativa; l’alternativa è rimanere tagliati fuori da un mondo in continua evoluzione, che non può aspettarci.

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