martedì 22 novembre 2011

I tablet a scuola: modificare i processi di apprendimento..... Intervista a un professore che lo usa con i suoi studenti

Professor Domizio Baldini dell'Istituto Cecco Angiolieri di Siena. Così dice la sua intervista: “Oggi non è più pensabile che l'ambiente di apprendimento sia relegato all'interno delle mura scolastiche. Il sapere, la curiosità di sapere, l'apprendimento, con i dispositivi portatili oggi a disposizione può diventare una attività che si può espandere oltre la classe”. Leggi l’intervista

giovedì 17 novembre 2011

Kahneman, “Thinking, fast and slow”: decisioni a due velocità

Daniel Kahneman, psicologo israeliano e premio nobel per l’Economia, è l’autore del libro “Thinking, fast and slow”, in cui racconta per la prima volta al grande pubblico la sua vita e le sue ricerche sul ruolo che hanno l’istinto e la razionalità nelle nostre scelte. Tutti i meccanismi cognitivi che si celano dietro al nostro agire quotidiano sono ripercorsi attraverso due particolari protagonisti: il sistema 1 e il sistema 2. Il primo è intuitivo, impulsivo, associativo, automatico, inconscio ed è grazie a lui se, per esempio, riusciamo istantaneamente a intercettare la paura sul volto delle persone; il secondo è consapevole, deliberativo, lento (se non addirittura pigro) ed è merito suo se riusciamo a risolvere 17x24. Non sempre, però, questi due sistemi operano nel proprio domino di competenza: questo caso crea uno psicodramma. La maggior parte dei nostri errori è infatti il prodotto di giudizi intuitivi del sistema 1 che non sono passati al vaglio del sistema 2; significa che una decisione è stata presa troppo in fretta. Thinking, fast and slow, spiega come decidere più lentamente e bene favorisce vite più lunghe, sane e felici.

lunedì 7 novembre 2011

ETNO. Indagine su reperti dall’America, Asia, Africa, Oceania in Emilia-Romagna

Coltivare il passato, raccoglierlo e analizzarlo e poi condividerlo.... proprio da una delle regioni più avanzate nel campo della ricerca digitale, proviene ETNO: l’opera di valorizzazione delle raccolte etnografiche presenti sul territorio dell’ Emilia-Romagna che ha preso a partire dal 2004 presso le sedi museali emiliano-romagnole. L’indagine è servita a far emergere un ricco ed eterogeneo patrimonio ETNO, esposto o conservato nei depositi, espressione di culture, gruppi etnici e comunità provenienti da altri continenti (America, Asia, Africa, Oceania) e giunto fino a noi grazie all’opera e alla passione di viaggiatori, di entusiasti e talvolta bizzarri collezionisti o di missionari in terre lontane. Vedi

giovedì 3 novembre 2011

L’approccio antropologico alla comunicazione visuale e alla cultura globalistica

“Antropologia, Comunicazione, Visuale: questi sono tre termini che, tessuti insieme, vanno a dare un senso profondo e significativo alla nuova ricerca antropologica”. Parla Massimo Canevacci, già professore di Antropologia culturale alla facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università La Sapienza di Roma e oggi all’Universidade Federal di Santa Caterina in Brasile, spiegando la sua visione dell'antropologia della comunicazione visuale. E aggiunge: “proprio attraverso il visuale, che si focalizza nella cultura contemporanea, si possono percepire, scoprire, creare e ci si può stupire dei multipli cambiamenti che avvengono nelle diverse società. Se la comunicazione è un sistema a canali multipli dove ognuno di noi partecipa in ogni istante, questa stessa partecipazione va ad arricchirsi e a districarsi in modo più agile, nei vari canali, proprio attraverso i diversi linguaggi che il visuale ci offre, quali ad esempio i diversi mezzi tecnologici che hanno coinvolto e tuttora coinvolgono non soltanto le culture occidentali ma anche quelle native. Ciò comporta che la diffusione della comunicazione visuale abbia causato l'affermazione di una cultura globalistica (non più vista come unitaria, ma caratterizzata da flussi frammentari che si vanno a giustapporre creando sincretismi) che rende quindi superato l'ambito di carattere nazionale. L'approccio antropologico alla comunicazione visuale si va quindi a configurare su due livelli. Il primo è l'uso diretto da parte del ricercatore di tecniche audiovisive per documentare e interpretare la realtà. Il secondo è l'applicazione dell'analisi culturale sui prodotti della comunicazione per estrapolarne stili di vita e elaborare modelli simbolici utili all'antropologia. CLICCA QUI PER APPROFONDIRE.