martedì 22 giugno 2010

Il Web e l'oralità di ritorno, una grande intuizione di W. Ong

Nel suo libro “Oralità e scrittura” Walter Ong riflette sulle differenze tra culture basate sull'oralità e culture basate sulla scrittura, giungendo a considerare la cultura elettronica come un’oralità di ritorno, una “oralità secondaria”: viviamo in un'epoca che non ha ancora metabolizzato del tutto le rilevanti innovazioni nelle tecnologie della comunicazione e si ritrova ad affrontare altre ed altrettanto rilevanti evoluzioni (quella digitale, il computer e quella telematica, la Rete); scrive, ad esempio, Ong: “Solo ora, nell'era dell'elettronica, ci rendiamo conto delle differenze esistenti fra oralità e scrittura; sono state infatti le diversità fra i mezzi elettronici e la stampa che ci hanno reso consapevoli di quelle precedenti tra scrittura e comunicazione orale. L'era elettronica è anche un'era di oralità di ritorno, quella del telefono, della radio, della televisione, la cui esistenza dipende dalla scrittura e dalla stampa. La fase più recente della storia della comunicazione, la fase dell'oralità secondaria, dominata dagli strumenti della tecnologia elettronica (il telegrafo, il telefono, la radio e la televisione), che hanno radicalmente trasformato i criteri di scambio delle informazioni producendo eccezionali conseguenze in tutti i settori della società e della cultura, ha, secondo Ong, sorprendenti analogie con quella più antica per la sua mistica partecipatoria, per il senso della comunità, per la concentrazione sul momento presente e persino per il ricorso all’uso di formule.

venerdì 18 giugno 2010

Ancora su La fine del mondo di Ernesto de Martino

Voglio parlarvi ancora de La fine del mondo, in cui Ernesto de Martino racconta di una volta in Calabria quando, cercando una strada, egli e i suoi collaboratori fecero salire in auto un anziano pastore, perché indicasse loro la giusta direzione da seguire, promettendogli di riportarlo poi al posto di partenza. L'uomo salì in auto pieno di diffidenza, che si trasformò via via in una vera e propria angoscia, non appena dalla visuale del finestrino sparì alla vista il campanile di Marcellinara, il suo paese. Il campanile rappresentava per l'uomo il punto di riferimento del suo circoscritto spazio domestico, senza il quale egli si sentiva realmente spaesato. Quando lo riportarono indietro in fretta l'uomo stava penosamente sporto fuori dal finestrino, scrutando l'orizzonte per veder riapparire il campanile. Solo quando lo rivide, il suo viso finalmente si riappacificò.
Al giorno d’oggi, viviamo in un mondo dove ogni mezzo di comunicazione è interconnesso con tutti gli altri e non possiamo pensare di vivere come il vecchio pastore nel nostro cosmo ristretto, all’ombra di un solo campanile: per evitare di sperimentare questa angosciante situazione di spaesamento, occorre tenersi costantemente al passo con i tempi, aggiornandosi sulle continue innovazioni tecnologiche che quotidianamente sbocciano sul web, e ricorrendo a tutta la nostra capacità creativa; l’alternativa è rimanere tagliati fuori da un mondo in continua evoluzione, che non può aspettarci.